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RENZI A “CHE TEMPO CHE FA”: “ABOLIREMO CO.CO.PRO.”

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renzifaziolnMILANO 29 SET. In attesa della direzione Pd, dove ci sarà la resa dei conti, sul “Jobs act”, Matteo Renzi va all’attacco: “Io – dice, intervistato da Fabio Fazio a “Che Tempo che fa” ieri sera su RaTre – non tratto con la minoranza del partito ma con i lavoratori”.

Il Premier dice basta a una sinistra “opportunista e inchiodata al 25%”, che fa dell’articolo 18 una “battaglia ideologica”. Una sinistra che guarda al passato e che non si rende conto che “la memoria senza speranza è un museo delle cere”.

Ed ecco quindi che il premier liquida una volta per tutte l’articolo 18 – “gli imprenditori devono poter licenziare” – e annuncia la cancellazione dei contratti precari, dai co.co.pro in poi. Non solo. Promette che ci saranno anche le risorse per i nuovi ammortizzatori sociali, le vere tutele che secondo lui servono al Paese e a combattere la disoccupazione: si tratta di 1,5 miliardi di Euro che saranno inseriti nella Legge di Stabilità, un’operazione che in totale varrà 20 miliardi senza però “1 cent di tasse in più”.

Le minoranze interne sono dunque avvisate, sarà battaglia. Ma anche il sindacato non viene risparmiato: “L’unica azienda al di sopra dei 15 dipendenti che non ha l’articolo sono loro – fa sapere il primo inquilino di Palazzo Chigi – che poi ci vengono a fare la lezione”. I toni dunque non sono certo concilianti.renzifazioaln

Eppure le minoranze in queste ultime ore sono tornate a insistere sulla necessità di avere un dibattito aperto e soprattutto, con Pierluigi Bersani, hanno invitato il Premier a evitare aut aut. Timori che però il premier liquida così: “A Bersani, a cui domani farò gli auguri perché è il suo compleanno, dico che la ditta è sempre la ditta anche se non guida lui”.

Renzi sembra scomporsi poco anche per le critiche arrivate da D’Alema“non me lo perdo mai” – così come quelle giunte dai cosiddetti poteri forti, da quelli del mondo ecclesiastico a quelli imprenditoriali, a cui si sono aggiunte in questi giorni anche gli attacchi di un ex sostenitore come Diego Della Valle, patron di “Tods”, che tra l’altro starebbe pensando di scendere nell’arena politica, e con cui Renzi si dice pronto a misurarsi senza timori. “Possono anche mandarmi a casa domani mattina – è la tesi renziana – ma non pensino di telecomandarmi come una marionetta”.

Così come dice di essere pronto a misurarsi in Parlamento sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale: “Bisogna fare veloci. Abbiamo un accordo – ricorda – e Forza Italia non deve continuare a girarci intorno”.

Fronte sindacale. Nessun canale di confronto è aperto tra i sindacati ed il Presidente del Consiglio che anzi – accusa la leader della Cgil, Susanna Camusso – sembra invece dialogare solo con Confindustria. È alto il pressing su Matteo Renzi ma con la consapevolezza della Cgil che la battaglia su “Jobs act” e articolo 18 sarà lunga e che non saranno né la decisione della direzione del Pd di domani né l’approvazione della legge delega a mettere la parola fine allo scontro. Possibilità di successo? “Credo che ne abbiamo, perché credo che il Paese ne abbia bisogno” . dice Camusso.camussosusannaaln

I leader di Cgil, Cisl e Uil si vedranno questa mattina e, dopo la `fuga in avanti´della Cgil (che sarà in Piazza San Giovanni a Roma sabato 25 ottobre prossimo e preannuncia lo sciopero generale se ci sarà una accelerazione del Governo con un decreto), misureranno se ci sono margini per ricondurre le diverse posizioni ad una azione unitaria. “Non sarà facile”– viene fatto notare da più parti.

Resta molto cauta la Cisl, nelle more del cambio della guardia alla guida dell’organizzazione con Bonanni che lascia sostituito dalla genovese Annamaria Furlan, che vorrebbe ripartire dalla piattaforma lanciata prima dell’estate e cercare quindi una mediazione sull’articolo 18 nel quadro di un confronto più ampio: fisco, politica industriale, investimenti, precarietà.

Piedi di piombo anche in Uil che attende una posizione chiara e definitiva del governo, e che domani pomeriggio terrà una riunione del suo esecutivo proprio mentre sarà in corso la direzione Pd.

Intanto Susanna Camusso avverte: “C’è l’idea che nelle prossime 24 ore la direzione di un partito decide tutto ma noi siamo convinti che non è una battaglia dai tempi brevi”. La leader Cgil puntualizza che se il governo ora dice che è possibile mantenere l’obbligo di reintegro per i licenziamenti discriminatori non è una apertura (perché è una tutela che “già c’è ed è inamovibile, è costituzionale”) e che non ha senso parlare di abolizione dell’articolo 18 perché oggi tutela solo pochi – “[…]è come se uno dicesse: siccome gli omicidi sono diminuiti aboliamo il reato di omicidio”.camussoannunziataln

Poi, ospite di Lucia Annunziata sempre ieri su RaiTre, Camusso accenna al muro alzato da Renzi con i sindacati e lancia una stoccata contro il feeling che sembra invece esserci con gli industriali: “La Cgil ha mai cercato un contatto diretto? C’è stata qualche telefonata “al centralino di Palazzo Chigi. Come è andata?” – chiede l’Annunziata, “Ci sono sempre segretarie molto gentili che rispondono” – risponde con un sorriso Camusso. E ancora: “Con Renzi porte chiuse per tutte le parti sociali?” “Non credo sia così. Da Confindustria riceve documenti e ne recepisce i suggerimenti” – assicura il Segretario Generale Cgil.

Marcello Di Meglio

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