Ha trovato eco internazionale la sua esibizione televisiva sia perché ha di certo sancito quella che era già la linea della Rai in proposito e pure in quanto,obiettivamente,la quasi totalità dei media occidentali (di stato o meno) la stessa strada hanno intrapreso o contano di farlo a breve.
Provvedimento necessario ,sostiene più o meno la Maggioni, per la “cruentezza ” delle esecuzioni protagoniste principali delle efferatezze dell’Isis e per non fare propaganda di fatto all’arruolamento di giovani occidentali attratti dalla sceneggiatura dei video.
Ovviamente questo orientamento vale per tutti i media che hanno assunto la decisione di censurare video e documenti dell’Isis tenendo però presente una distinzione : tra chi rappresenta una informazione “privata” e quanti si fregiano del titolo di operatori del “servizio pubblico”.
Chiaramente non mancano le possibilità date dalla rete che offre una vastissima opportunità di informazione pluralista consentendo pure,con un poco di applicazione, di avere notizia di trasmissioni radiotelevisive da tutti gli angoli del globo.
Diverso il discorso per quanti si fregino del fare “servizio pubblico” con obbligo di canone per legge di stato.
In quel caso il giornalista “deve” offrire alla intera platea di cittadini-contribuenti la totalità della informazione disponibile,possibilmente senza interferenze manipolatrici.
Senza dubbio saremo noi stessi a decidere cosa sia sgradevole,pericoloso,eccessivo o quant’altro…se vederlo,ascoltarlo o meno.
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