Una messa in scena che ha un’origine rocambolesca. “La Verità è tutto ciò che abbiamo sognato, ciò che abbiamo vissuto, ciò che abbiamo inventato, tutto quello che fa parte della nostra memoria”, dice il regista Daniele Finzi Pasca e senza dubbio Dalí è stata la scintilla che ha acceso la sua fantasia.
Dimenticato in una cassa di legno, nel deposito di un teatro di New York, viene scoperto un meraviglioso fondale. È un pezzo unico, dipinto negli anni Quaranta per la scenografia del balletto Tristan fou, versione “surrealista” dell’opera Tristano e Isotta di Richard Wagner. Ed è appunto attorno a questo pezzo unico che si sviluppa l’idea dello spettacolo “ “La Verità”. Francesca Camponero
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