ANKARA. 7 APR. La stampa indipendente turca oggi attacca la scelta del Governo turco di bloccare Twitter, Facebook e Youtube, e le minacce a Google, scattati ieri per ordine della procura di Istanbul parlando di “Censura gigantesca” e “democrazia dimezzata”.
L’accesso alle tre reti sociali è stato bloccato per costringerle a oscurare siti e account che riproducevano la fotografia del procuratore preso in ostaggio con una con una pistola alla tempia dai suoi sequestratori.
Google è stato, a sua volta, minacciato di oscuramento se non blocca i siti che riprendono la foto.
Le tre social network si sono piegate all’imposizione di Ankara e sono ridiventate raggiungibili dopo alcune ore in Turchia.
Nel contempo anche sette quotidiani turchi sono stati critici con il governo islamico e sono stati incriminati per presunta “propaganda per un gruppo terroristico” per avere pubblicato la foto.
Il pm Mehmet Selim Kiraz era stato preso in ostaggio la settimana scorsa da due presunti membri del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C che chiedevano giustizia per un ragazzo ucciso dalla polizia durante le proteste di Gezi Park. Il pm e i suoi sequestratori erano stati uccisi durante l’assalto delle teste di cuoio turche.
Leggi l’articolo originale: LA SCURE DELLA CENSURA DELLA TURCHIA SULLA STAMPA