ROMA. 4 MAG. E’ passata l’ Italicum, la nuova legge elettorale dopo un’aspra battaglia con le opposizioni e nel Pd stesso. L’ Italicum, la riforma della legge elettorale, è dunque legge.
La Camera ha approvato, con un voto a scutinio segreto il provvedimento con le opposizioni unite che sono uscite dall’Aula al momento del voto e diversi esponenti ddel Pd hanno votato no.
La Boschi ha detto. “Missione compiuta”, Alfano: “Una buona legge”, Bersani: “Dissenso abbastanza ampio”, Di Maio: “Italiani presi in giro”.
Ecco cosa prevede la legge.
La legge vale solo per la Camera ed entrerà in vigore solo nel luglio 2016, in cui si pensa che sia stata approvata la riforma costituzionale, dove il Senato non sarà più elettivo.
La legge prevede un’assegnazione del premio di maggioranza, 340 seggi su 630, alla lista che supera il 40%.
Se nessun partito raggiunge tale percentuale, si svolge un secondo turno tra i due partiti più votati, per l’assegnazione del premio.
I partiti perdenti si ripartiscono i 290 seggi rimanenti sulla base della percentuale di voti.
Viene messo uno sbarramento del 3%. In questo modo entrano alla Camera solo i partiti che abbiano superato il 3%.
L’assegnazione dei seggi della Camera avviene in conformità alle percentuali dei partiti ottenuti a livello nazionale su 100 collegi, in ognuno dei quali sono eletti 6-7 deputati.
Nei 100 collegi ciascun partito presenta una lista di 6-7 candidati: il capolista è bloccato ed è eletto automaticamente se scatta il seggio mentre le preferenze valgono solo per gli altri candidati.
Sono possibili due preferenze, basta che la seconda sia di genere diverso dalla prima.
Le liste dovranno esser composte in modo da alternare un uomo ad una donna. Nell’ambito di ogni circoscrizione i capilista di un sesso non devono essere superiori al 60% del totale.
E’ possibile che un candidato si presenti in diversi collegi, fino ad un massimo di 10.
La scheda vedrà a fianco del simbolo di ciascun partito il nome del capolista bloccato, e due spazi dove scrivere le due eventuali preferenze.
In Trentino Alto Adige e nella Valle d’Aosta, regioni a statuto speciale, si vota con i collegi uninominali.
Potranno votare per corrispondenza i cittadini italiani che sono all’estero per almeno tre mesi o per motivi di studio, per lavoro o per cure mediche.
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