IRAN. 14. MAR. Alti funzionari dell’ONU affermano che in Iran si continua a violare i diritti umaniSecondo due alti funzionari dell’ONU, in Iran si continua a perseguitare i membri dei gruppi minoritari, come i baha’i, malgrado il governo abbia promesso di non farlo.
In alcuni rapporti al Consiglio dei diritti umani, il relatore speciale per i diritti umani, Ahmed Shahid, e il segretario generale Ban Ki-moon hanno espresso la loro preoccupazione perché in Iran è sempre alto il numero delle esecuzioni capitali e dei giornalisti e degli attivisti dei diritti umani messi in prigione e si continua a negare il diritto alla libertà di espressione e a discriminare le donne.
I rapporti sono stati redatti in previsione della sessione dedicata alla risposta dell’Iran alla Revisione periodica universale del 2014 (UPR). Nell’ottobre 2014, quando il Consiglio ha esaminato la situazione dei diritti umani in Iran, i governi del mondo hanno presentato all’Iran 291 raccomandazioni che suggerivano alcuni provvedimenti da prendere per migliorare la situazione dei diritti umani nel paese. In una sessione prevista per il 19 marzo il governo iraniano dovrà dire quali di questi suggerimenti ha deciso di accettare.In un rapporto del 12 marzo il dottor Shahid ha espresso la sua preoccupazione perché le violazioni dei diritti umani in Iran proseguono immutate sebbene durante la sessione dell’UPR 2010 il governo abbia promesso di prendere provvedimenti per eliminarle o attenuarle.
«Il relatore speciale riconosce che il Governo ha preso alcuni provvedimenti per rispettare gli impegni presi nel 2010, ma si rammarica che nel 2014 la maggior parte di quegli impegni non sia stata rispettata e che il governo non abbia affrontato le cause delle violazioni messe in luce durante l’UPR e nei suoi rapporti semestrali del 2012, 2013 e 2014», ha detto il dottor Shahid.Inoltre, ha aggiunto, il fatto che nell’ottobre 2014 altri governi abbiano presentato all’Iran 291 raccomandazioni «rispecchia questo fatto», che i diritti umani non sono migliorati.Il dottor Shahid ha detto, per esempio, che le violazioni dei diritti della comunità baha’i in Iran proseguono immutate.«Sebbene alti funzionari governativi abbiano affermato che i baha’i godono dei diritti della cittadinanza, essi continuano a essere discriminati e messi in prigione a causa della loro religione», ha detto il dottor Shahid.
«È giunta notizia che fra settembre e dicembre 2014 le forze di polizia delle città di Isfahan, Teheran, Shiraz, Hamadan, Karaj e Semnan hanno arrestato almeno 24 baha’i, portando il numero totale dei baha’i attualmente in carcere a 100».Nel suo rapporto del 3 marzo anche il signor Ban ha espresso le sue preoccupazioni per le persecuzioni contro i baha’i.«I membri dei membri minoritari etnici e religiosi continuano a essere perseguitati, arrestati e detenuti. Si continua a negare loro opportunità economiche, a espellerli dalle scuole e dalle università, a privarli del diritto di lavorare. Si continua a chiudere i loro esercizi commerciali e a distruggere i loro siti religiosi, come cimiteri e centri di preghiera», ha detto il signor Ban.I due alti funzionari hanno espresso la loro preoccupazione anche per la detenzione e la vessazione di giornalisti, difensori dei diritti umani e attivisti dei diritti delle donne.
«La repressione degli operatori dei media, le restrizioni della libertà di opinione e di espressione, come la chiusura di giornali e riviste e il controllo, la censura e il blocco di siti web che divulgano notizie e analisi politiche, suscitano grande preoccupazione», ha detto il signor Ban.Diane Ala’i, la rappresentante della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite a Ginevra, ha elogiato entrambi i rapporti e ha esortato i governi a votare per il proseguimento del controllo internazionale della situazione dei diritti umani in Iran quando questo mese il Consiglio dovrà prendere in esame la decisione di rinnovare il mandato al relatore speciale.
«Come Ahmed Shahid e il Segretario generale hanno chiaramente indicato, l’Iran continua a violare i diritti umani della sua gente a tutti i livelli della società: donne, giornalisti, legali, membri di minoranze religiose o etniche o perfino semplici cittadini», ha detto la signora Ala’i.«L’Iran ha promesso da lungo tempo di rispettare i diritti umani dei suoi cittadini ma è evidente che le sue promesse sono vuote e che la sola protezione per gli iraniani proviene dalla sorveglianza e dall’attenzione della comunità internazionale», ha detto.
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