La notizia viene riportata dal Corriere della Sera. La contestazione nasceva dal fatto che “i profitti della raccolta pubblicitaria nel nostro Paese venivano registrati in Irlanda e a Bermuda”.
Google ha così deciso la “pax” anche se non gli sarebbero mancate le armi giuridiche per provare una resistenza a oltranza o, almeno, attendere a maggio il decreto legislativo fiscale riguardante “l’abuso del diritto, cioè le operazioni che, pur nel rispetto formale delle norme, realizzano vantaggi fiscali indebiti”.
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