GENOVA. 17. MAR. Il governo Renzi pare essersi dimenticato del personale non docente: collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici, DSGA, non sembrano far parte della “buona scuola” .
A giudicare dalla bozza di disegno di legge predisposta dal governo, non viene manifestato nessun interesse per il futuro del personale ATA (circa 200.000 lavoratori in tutta Italia, ca. 5.000 in Liguria) che pure contribuiscono in maniera importante a mandare avanti le scuole, a tenerle pulite ed aperte.
È una discriminazione in piena regola. Oltretutto si parla di estendere gli orari di apertura delle scuole e di nuovi servizi da fornire all’utenza, e poi non si prende in considerazione una parte fondamentale di lavoratori come il personale ATA.
Si tratta di persone che spesso non arrivano a guadagnare mille euro al mese di stipendio, ma di cui il governo continua a non occuparsi. E quando se ne occupa fa dei danni, come con il taglio di 50.000 posti in tutt’Italia operato in questi anni, ora ulteriormente aggravato dalla legge di stabilità. Senza contare che, anche per il personale ATA, il contratto è di fatto fermo al 2007.
Particolarmente gravi poi sono la previsione di una più che drastica riduzione delle supplenze per la sostituzione del personale ATA assenze, a partire dal prossimo anno scolastico, e la prevista riduzione degli organici del personale assistente amministrativo, in virtù degli effetti di una presunta “informatizzazione” degli uffici di segreteria, dove non si tiene invece conto dell’imponente mole di lavoro che continua invece a riversarsi su questi uffici.
Insomma: per il personale ATA (ma non solo) quella che si prospetta non pare essere per niente una “buona scuola”.
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