Il Nano Morgante | Lo smarrimento del lessico elementare

Lo smarrimento del lessico elementare

Lo smarrimento del lessico elementare

GENOVA. 3 SET. Alla fine dei conti (all’inizio, meglio ancora) si potrebbe notare l’esistenza di un nesso, di un legante, di un significato comune tra le cose.

A conferma di ciò, anche il singolo dato scolastico,  tratto da qualche testo, rinvenuto in un cassetto della memoria, già lo si poteva magicamente connettere ad una rete di altri dati.

Né più né meno come i tasselli di un “puzzle” sparpagliati alla rinfusa sul tavolo. Tutti indispensabili per assolvere, nella loro futura ed esatta collocazione, ad una funzione collettiva più significante di quella singola.

Certamente, è arduo definire con un concetto unitario questo sterminato e psicologico aggregato di Umanità, questo “palcoscenico troppo grande per lo spettacolo che si gira”, come congetturava  Feynman.

E’ anche vero che la finitudine in cui è gettato l’uomo impedisce  la piena  comprensione del dato universale ed assoluto, facendone egli parte solo per una infinitesima ed inessenziale porzione.

Ipotizzando quindi l’estraneità di tale ampiezza dalla capacità contemplativa umana, si contempla tuttavia una innata tentazione speculativa, in apparenza illogica.

Ma la “logica” è sempre una categoria afferibile alla natura ed alle vicende umane?

Forzando l’ipotesi a favore, si comprende che ogni prospezione è via via sempre più zavorrata rispetto alla condizione di partenza.

Opponendo a quanto anzidetto una fugace riflessione, capita che, volendo partire da un qualunque termine del lessico elementare, si tenti di astrarne e di contemplarne appieno il “significato” e, nel mentre, se ne smarrisca con l’assonanza il significato, entrando in una zona d’ombra.

Per uscire dall’impasse, non è utile ripetere in successione suono e parola, quasi come in “Shining”, quando il protagonista, uno scrittore ormai depredato dalla follia, riempie compulsivamente i fogli con la stessa frase dattiloscritta.

Il punto è che, anche se si fa uso di termini comuni e concetti apparentemente scontati, permane comunque la difficoltà. Poiché ogni singola parola mai è stata (né, probabilmente, sarà) elaborata a sufficienza, mai compresa appieno. Né unanimemente  condivisa.

Massimiliano Barbin Bertorelli

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